Pagine: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24

Gio, 19 Nov 2009
Mediaset lancia una nuova offerta di tv on demand, la prima in Italia sul digitale terrestre. ''Premium on demand'' - questo il nome del nuovo servizio destinato agli abbonati di Mediaset Premium - e' infatti una vera e propria library digitale elaborata e messa a punto per offrire la massima comodita' al telespettatore: vedere cio' che vuole, quando vuole e come vuole. Proprio come con una tradizionale videocassetta, le funzioni di pausa, avanti veloce e indietro veloce permettono di interrompere e riprendere la visione ogni volta che si vuole.
Il tutto senza nessun costo aggiuntivo per i clienti premium.
Per usufruire del nuovo servizio, che non richiede l'installazione di nessuna parabola ma e' accessibile con la normale antenna tv, bastera' acquistare un nuovo decoder Mediaset Premium, in vendita a partire dal 20 novembre al prezzo di 139 euro. E nei primi mesi del 2009 l'offerta potrebbe diventare Hdi.
''Sara' come avere un block buster in casa'', ha spiegato ieri il vicepresidente di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, che ha presentato in anteprima assoluta la nuova offerta a Montecarlo. ''Pensiamo che si tratti di una vera e propria rivoluzione. Siamo ancora una volta i primi a lanciare un'innovazione di questo tipo sul digitale terrestre''.
Rispetto ad altre offerte simili (tv on demand sono attualmente offerte da Fastweb e da Telecom, ma soltanto attraverso un modem Adsl, ndr) ''la differenza - ha tenuto a sottolineare Pier Silvio Berlusconi - sta tutta nella piattaforma. La novita' non e' nell'offerta on demand che gia' esiste, ma nel fatto che sia disponibile attraverso il digitale terrestre''.
Premium on demand mettera' a disposizione 50 film, con aggiornamenti di 12 film a settimana. E l'offerta Premium si arricchisce di due nuovi canali: ''Premium cinema emotion'' proporra' storie romantiche e di passione, commedie rosa e brillanti mentre ''Premium cinema energy'' sara' esclusivamente dedicata ai film di avventura, azione e fantascienza. ''In pochi anni - ha commentato Pier Silvio Berlusconi - con un'offerta tv unica Mediaset e' davvero diventato un editore a 360 gradi. Siamo gli unici ad essere leader nella tv generalista e protagonisti anche nella pay tv''.
In effetti sono soprattutto i numeri a testimoniare il cambio di strategia e prospettive per Mediaset, sempre piu' orientato sulla pay tv: nel 2004, alla vigilia dell'approdo del Biscione sul digitale terrestre, in 97% dei ricavi complessivi arrivava dalla raccolta pubblicitaria. Allo stato attuale solo il 75% dei ricavi e' determinato dagli investimenti pubblicitari e il restante 27% del fatturato (875 milioni di euro) e' ottenuto da altre attivita' come la pay tv. Pier Silvio Berlusconi non ha pero' chiarito se il lancio della nuova offerta on demand possa rappresentare il colpo definitivo al concorrente Sky: ''Speriamo'', si e' limitato a dire.
Fonte:  asca
Gio, 19 Nov 2009

Dal 20 novembre due nuovi canali per gli abbonati mediaset premium

 

Premium Cinema Energy

 

Premium Cinema Emotion

 

 

 

 

Gio, 19 Nov 2009

Dal 20 novembre due nuovi canali per gli abbonati Mediaset Premium.
Si possono già da ora consultare i prossimi programmi trasmessi dalle guida TV sul sito di Mediaset Premium.

 

Premium Cinema Energy Premium Cinema Energy:
Film d'azione, avventura, fantascienza, inoltre horror e comici.
Premium Cinema Emotion Premium Cinema Emotion:
Film romantici, per la famiglia e Commedie rosa.
Mer, 18 Nov 2009
È di nuovo guerra tra Mediaset e Sky. Ieri il gruppo del biscione ha presentato un ricorso all’Antitrust contro la «chiavetta» per il digitale terrestre. Qualche settimana fa la tv a pagamento aveva annunciato la commercializzazione di una chiavetta Usb che se introdotta in un decoder Sky avrebbe consentito la visione dei programmi del digitale terrestre. Ovviamente solo quelli in chiaro perché per quelli a pagamento bisognava dotarsi di un apposito decoder con slot per la card. Proprio per questo motivo Mediaset ha presentato ricorso all’autorità per la concorrenza.
«Le norme antitrust - scrive la società in una nota - non consentono a un’impresa dominante di ostacolare l’ingresso sul mercato di concorrenti mediante vendite abbinate o aggregate dei prodotti». Secondo il gruppo televisivo italiano, il fine della digital key diffusa da Sky, che non consente l’accesso né ai servizi interattivi né ai contenuti a pagamento, è quello di frenare la diffusione sul mercato di decoder che consentano di ricevere programmi pay e servizi interattivi di altri operatori. «Infine - conclude il comunicato - Sky contravviene all’impegno firmato con l’Antitrust Ue di non intraprendere attività sul digitale terrestre almeno fino alla fine del 2011». Insomma Mediaset tiene a puntualizzare gli impegni presi da Sky al momento dell’acquisto della tv a pagamento via satellite da parte del gruppo Murdoch. Bisogna però specificare che la chiavetta Sky può essere utilizzata non con tutti i decoder della pay tv ma solo con quelli ad alta definizione di nuova generazione. Inoltre con l’Authority per le tlc con Sky ha aperto un contenzioso. L’Autorità infatti vorrebbe la creazione di un decoder unico per dare la possibilità agli utenti di vedere tutti i canali con un solo apparecchio. Ma Sky non vuole concedere le codifiche dei suoi decoder. Il risultato è che il decoder unico, per il momento, non è realizzabile. Sorpreso per il ricorso l’ad di Sky Italia Tom Mockridge: «La chiavetta digitale è una semplice iniziativa di Sky che garantirà a milioni di famiglie la possibilità di fruire dell’offerta in chiaro sul digitale terrestre. La nostra chiavetta aiuta il processo di digitalizzazione del paese offrendo un servizio per i consumatori in un mercato in veloce sviluppo. Uno sviluppo che non è facile da accettare per un gruppo come Mediaset che per molti anni è stato, ed è ancora oggi, il principale soggetto privato operante in Italia nella televisione commerciale e dominante nel mercato della pubblicità». ·
Ieri in Borsa Mediaset ha guadagnato circa lo 0,77% beneficiando delle dichiarazioni dell’amministratore delegato del gruppo Giuliano Adreani sull’andamento della raccolta pubblicitaria e su future emissioni obbligazionarie.
Fonte: il Giornale.it
Sab, 14 Nov 2009
E' finalmente arrivato l'accordo sulla numerazione dei canali nel digitale terrestre, sul posto che ciascuna tv avrà nel telecomando degli italiani. Ieri (giovedì, ndDS) i soci di Dgtvi, l'associazione che riunisce Rai, Mediaset, TI Media, Frt (Federazione radio tv), DFree e Aeranti-Corallo, hanno infatti raggiunto l'intesa individuando i blocchi destinati a canali nazionali e locali. Una sorta di autoregolamentazione degli operatori, che ora passerà al vaglio dell'Autorità garante per le comunicazioni. Non si tratta quindi ancora di un risultato definitivo, ma già il fatto che la maggior parte dei broadcaster si sia accordata è un buon segnale, anche in vista dello switch off del Lazio.
L'annuncio è stato dato ieri (giovedì, ndDS) dal presidente di Dgtvi, Andrea Ambrogetti, durante la trasmissione Partita Doppia di Class CNBC, il canale digitale di Class Editori (...).
Ambrogetti ha spiegato che i canali dall'uno al nove saranno occupati dalle tv ex analogiche: le tre Rai, Mediaset, La 7, Mtv e un canale per l'ex Rete A, la nuova Deejay.
Dal 10 al 19 spazio invece alle televisioni locali, con un ordinamento che dipende da quello con il quale i Corecom regionali (i comitati per le comunicazioni) distribuiscono i contributi. Dal 20 al 49 ci saranno ancora le emittenti nazionali divise per blocchi: prima i canali per bambini, poi quelli generalisti o semi-generalisti (Rai 4 o Iris per esempio), gli sportivi e quelli dedicati all'informazione. Dal 50 al 90 ancora le locali così via in un alternanza fino al canale 300 da dove partono "le offerte a pagamento".
Come detto, sarà ora l'Agcom a decidere. Una delle ipotesi è che possa indire una consultazione per sentire il parere anche di chi si potrà opporre a questa ipotesi. 
Contemporaneamente all'accordo arriva anche una novità per quanto riguarda i decoder non interattivi, i cosiddetti zapper, che finora non potevano ricevere l'ordinamento automatico dato dagli operatori e costringevano a ordinare a mano i 100 e passa canali presenti nelle regioni già passate al digitale. Entrano infatti in commercio due nuovi modelli con il bollino grigio che avranno questa funzionalità pur restando non interattivi. Per quelli già acquistati, purtroppo, non resta che lavorare di telecomando.  Fonte: Italia Oggi
Ven, 13 Nov 2009

A Roma la tv diventa digitale, e' la prima capitale in Europa a passare al nuovo sistema. L'Italia e' in anticipo sul termine indicato nel 2012 da Bruxelles, gia' dal prossimo anno infatti oltre il 90% della popolazione vedra' la tv solo in digitale terrestre. Fonte: Adnkronos

Ven, 13 Nov 2009
Mancano meno di tre giorni allo spegnimento di tutti i segnali televisivi analogici nel Lazio. Dal 16 al 30 novembre il passaggio al digitale interessera' l'intera regione, ad esclusione di parte della provincia di Viterbo, e Roma, prima grande capitale europea a diventare interamente digitale. Il processo di spegnimento di tutti i segnali televisivi analogici interessera' complessivamente 360 comuni laziali: 2,2 milioni di famiglie laziali per un totale di 5,4 milioni di cittadini. "Per un migliore svolgimento delle operazioni -rende noto l'associazioen DGTVi, che riunisce tutti i broadcaster che offrono servizi gratuiti sul digitale terrestre- la regione e' stata divisa in 4 aree tecniche  Fonte: Adnkronos
Dom, 08 Nov 2009

(ASCA-CORRIERE COM.) - Roma, 6 nov - Trasmetterà appoggiandosi sulle frequenze inutilizzate di proprietà del Gruppo editoriale L'Espresso controllato da Carlo De Benedetti il nuovo canale con cui Sky debutta nella tv gratuita su digitale terrestre.

Dopo l'escamotage della chiavetta Usb, l'emittente satellitare tenta di arginare i risultati fiscali deludenti (l'utile operativo di Sky Italia ha registrato una flessione di 37 milioni di dollari attestandosi sui 128 milioni), lo stop nella crescita di abbonamenti (dovute al raddoppio dell'Iva) e l'ultimo smacco sui diritti di trasmissione del calcio di serie A.

Il nuovo canale, battezzato Cielo (l'italianizzazione di ''Sky''), ha dietro le spalle Stations Europe, divisione della News Corp. di Rupert Murdoch. Sbarcherà dal primo dicembre sul digitale nel panorama italiano della tv gratuita. Saranno utilizzate l'esperienza e delle infrastrutture di Sky Italia, con in più alcuni programmi e produzioni originali della piattaforma. Il telegiornale sarà Sky Tg24, trasmesso in contemporanea con Sky Italia. Gary Davey, attuale CFO (direttore finanziario) di News Corporation Stations Europe sarà anche general manager del nuovo canale.

''Cielo - dice Davey in una nota - arricchira' l'offerta disponibile sul digitale terrestre in Italia, portando più concorrenza in un settore attualmente dominato da Mediaset e Rai. In considerazione del fatto che arriva nelle case degli italiani mentre il passaggio verso il digitale terrestre sta progredendo rapidamente, e che il canale realizzerà sinergie con gli investimenti già effettuati da Sky Italia, siamo convinti che 'Cielo' si dimostrera' presto un altro investimento di successo per News Corporation in Italia''.

Inoltre Davey si augura di raggiungere ''con 'Cielo' uno share vicino a quello dei due principali canali in chiaro che operano sul digitale terrestre, ovvero Boing e Rai 4''. Cielo utilizzera' capacita' trasmissiva di terzi (L'Espresso appunto), e, al momento del lancio, a dicembre, raggiungera' un bacino di circa 12 milioni di famiglie. La programmazione sarà un mix tra serie tv, film, quiz, reality show e news.

L'ingresso di News Corp nel digitale terrestre italiano presenta alcuni nodi. Quando l'UE ha approvato la nascita di Sky Italia nel 2003 ha contestualmente inibito News Corp dall'acquisizione di canali in digitale terrestre fino al 2012.

Per lanciare il nuovo canale senza entrare in rotta di collisione con i regolatori europei, News Corp, dice il direttore finanziario Davey, deve ricorrere all'affitto di frequenze altrui, nel caso quelle del Gruppo L'Espresso. Un accordo che, nota il Wall Street Journal, potrebbe far alzare piu' di un sopracciglio in Italia data la rivalità di lunga data fra De Benedetti e Berlusconi. ''Ma noi siamo semplicemente noleggiatori di larghezza di banda. Si tratta solo di una relazione da cliente a cliente, non da azienda a azienda''.

Fonte www.asca.it

Pagine: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24